Agevolazioni fiscali per riqualificazione, recupero e manutenzione dei giardini privati (spazi verdi o orti) a favore non solo dei proprietari ma anche dei conduttori con regolare contratto di locazione. Questo il punto chiave della proposta contenuta nel disegno di legge “Misure di agevolazione fiscale per interventi di «sistemazione a verde» di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata”, presentato in Senato e assegnato alla Commissione Finanze.
Il provvedimento prevede la detraibilità per spese tra i 2 mila e i 30 mila euro per i singoli cittadini e tra i 5 mila e i 50 mila euro per il verde condominiale e rappresenta un importante strumento di natura fiscale, utile per valorizzare e tutelare il patrimonio verde privato: i giardini contribuiscono a contrastare l’inquinamento, favoriscono una buona climatizzazione, migliorano la qualità di vita delle persone e rendono più belle le nostre città.
Già in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2015, che ha prorogato la detraibilità per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili (c.d. eco bonus), la Commissione Territorio e ambiente del Senato aveva sottolineato che anche gli interventi di riqualificazione e sviluppo del verde, oltre a rendere più gradevoli le aree esterne, possono contribuire a garantire un miglioramento delle prestazioni energetiche delle unità immobiliari e a favorire il risparmio energetico, l'assorbimento delle polveri sottili e la riduzione dell'effetto "isola di calore", con conseguenti benefici sulla qualità della vita.
Il ddl, dunque, intende favorire lo sviluppo di una "progettazione" del territorio urbano che, salvaguardando anche l'aspetto estetico e paesaggistico, sia altresì "sostenibile" dal punto di vista ambientale.
Si introducono, infatti, misure incentivanti volte complessivamente a combattere, nell'interesse collettivo, il "degrado" urbano e la deturpazione del paesaggio, attraverso una concreta valorizzazione delle opere di «sistemazione a verde» di aree private da parte dei comuni cittadini.
In sostanza si prevede, per il contribuente, una detraibilità pari al 36% delle spese sostenute ed effettivamente documentate per interventi di:
- sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni;
- realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili, finalizzati all'assorbimento delle polveri sottili, alla mitigazione dell'inquinamento acustico e alla riduzione delle escursioni termiche.
Il ddl, inoltre, introduce misure di fiscalità locale laddove prevede la possibilità per i Comuni di deliberare riduzioni tariffarie di tributi locali in favore di coloro che realizzano interventi di «sistemazione a verde» di aree scoperte di proprietà privata, al fine di contribuire a valorizzare l'intero territorio urbano ed extraurbano, anche attraverso l'implementazione degli spazi verdi.
Si intende, in questo modo, incentivare la partecipazione dei cittadini alla cura e alla valorizzazione paesaggistica di determinate zone del territorio comunale, anche attraverso interventi di recupero e di riqualificazione di aree private abbandonate.
L’intento del ddl di promuovere e rafforzare una sana e diffusa «cultura del verde» e il recupero di aree scoperte di proprietà privata da destinare a zone verdi, finalizzate ad incrementare il valore ecologico e ambientale delle zone densamente edificate nonché di recuperare il valore estetico e paesaggistico di spazi privati spesso caratterizzati da degrado e abbandono, si scontra con l’immancabile ostacolo della copertura finanziaria, in merito alla quale l’ultima parola spetta al MEF che potrebbe bloccare l’approvazione del provvedimento per mancanza dei fondi necessari, stimati in 200 milioni di euro.
I promotori dell’iniziativa, tuttavia, sottolineano che il ddl «innesca virtuosi investimenti che non solo migliorano l'arredo complessivo delle nostre aree urbane soprattutto periferiche e, comunque, dei nostri centri abitati, ma generano anche valore aggiunto che produce un gettito per l'Erario ben maggiore dei benefici restituiti ai cittadini, il che va anche considerato in relazione alla copertura finanziaria dell'intervento normativo stesso».
L’auspicio è che il MEF dia parere positivo, perché i benefici del ddl sono innegabili, tanto dal punto di vista urbanistico quanto dal punto di vista fiscale. Senza dimenticare l’impatto positivo che potrebbe avere sulla ripresa economica.